In occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia abbiamo deciso di rendere omaggio all'incredibile patrimonio immobiliare della penisola, convinti che le case siano in grado di esprimere appieno l'identità del nostro paese.
Giovedì 17 marzo è stata la festa nazionale dei 150 anni dell'unità d'Italia.
Vi invitiamo a fare un viaggio nella storia d’italia attraverso le sue case.
dall'unità d'Italia al 1900
su tutta la penisola si diffondono i palazzi neoclassici di stile umbertino e i portici diventano un segno distintivo delle città italiane.
Nelle zone operaie nascono le case di ringhiera, mentre nelle campagne le case padronali sono ancora il centro della vita contadina
dal 1900 al 1910
l'industria marca sempre di più il paesaggio urbano, allo stesso tempo arrivano le mode architettoniche eccentriche, con il neogotico in testa.
Il neoclassico si stabilizza come elemento ricorrente delle province italiane
dal 1910 al 1920
la borghesia cittadina si lascia andare alle mode: il liberty e il neogotico marcano il decennio mentre la casa di ringhiera è la soluzione più diffusa per le classi operaie
dal 1920 al 1930
il liberty spopola, dalla metropoli alla provincia
dal 1930 al 1940
il ritorno all'ordine dell'architettura fascista si fa sentire ovunque, fino alla costruzione delle famose ville littorie
dal 1940 al 1950
i criteri del fascismo perdurano ancora a lungo, mentre le città bombardate guardano alla ricostruzione secondo le nuove possibilità offerte dai nuovi materiali e dalle rinnovate tecniche costruttive
dal 1950 al 1960
arriva il boom economico e le città si affermano definitivamente come il centro dell'economia italiana.
Nuovi investimenti, spazi più grandi, l'arrivo del riscaldamento e degli elettrodomestici, riempiono l'italia di palazzi solidi e funzionali
dal 1960 al 1970
il benessere economico si slancia nei nuovi simboli della vita contemporanea: i grattacieli si diffondono per il paese.
Internamente predominano le decorazioni colorate, le piastrelle e i tessuti optical
dal 1970 al 1980
il modello predominante del palazzo solido ed equipaggiato comincia a lasciare il passo ad altre soluzioni più variate.
Ritorna la voglia di piccolo e le dimensioni degli edifici si riducono
dal 1980 al 1990
il giardino condominiale è il segno dei tempi, la città sfuma verso l'hinterland, alla ricerca di nuovi spazi e un tessuto considerato più umano.
I palazzi, ma anche gli ambienti interni, si fanno più piccoli.
Si cerca il silenzio e una distanza di sicurezza dai ritmi della vita lavorativa
dal 1990 al 2000
il condominio con giardino si evolve nel complesso residenziale.
Il verde e gli spazi comuni si ampliano e qualcuno sceglie direttamente la villetta a schiera, come soluzione intermedia tra il condominio e la villa unifamiliare, continua l'allontanamento dai centri delle città
dal 2000 ai nostri giorni
risparmio energetico, pannelli solari, installazioni domotiche sono i nuovi concetti dell'architettura civile, mentre il design fa irruzione negli ambienti interni.
Si recuperano i vecchi fabbricati operai e i centri storici rinascono.
Ma la rivoluzione energetica arriva dalla provincia.
Il settore immobiliare presenta un andamento ciclico ma sostanzialmente sempre crescente dagli anni settanta ad oggi